1702. Da questa data il ristorante Corona accoglie chi si appresta ad entrare nel centro storico di San Sebastiano.
È da sempre appartenuto alla famiglia Fontana: per decenni è stata Matilde la padrona di casa, da qualche anno il ristorante è gestito dalla figlia Marta.
Prima di Matilde accoglieva gli ospiti il padre Giovanni, che a sua volta aveva ereditato il locale da Luigi, chiamato "Vigei" in paese, e così via fino all'inizio del diciottesimo secolo.
Tra gli avi di Marta spicca anche un altro Giovanni, cuoco di Lamarmora e decorato con una medaglia per la partecipazione alla guerra in Crimea.
Il ristorante, Locale Storico d'italia, vanta tra i suoi frequentatori D'Annunzio, il generale Cadorna, l'editore Ricordi e il ciclista Fausto Coppi.
Nel 2011 è stato premiato dalla Regione con il titolo di “attività commerciale più antica del Piemonte” e nel 2017 la Camera di Commercio di Alessandria ha conferito al nostro ristorante il premio per l’Impegno Imprenditoriale e per il Progresso Economico.
Dal libro “Siamo Uomini Liberi”, di Italo Cammarata
Il Ristorante Corona era nato come Ristorante Albergo della Corona e anche nel nome conserva quasi un'assonanza con il nome Curone, il torrente che a pochi metri dal suo uscio scarica verso valle le acque pettegole della montagna.
[…] Quando non c'era ancora la televisione e nemmeno la strada ma si viaggiava ancora piedi sulla ghiaia dei torrenti, era in posti come questi che arrivavano le prime notizie, buone o cattive che fossero: una battaglia a Genova, una grandinata in pianura, un'epidemia che lasciava i primi morti a Tortona, una pace stipulata in un punto immensamente distante del mondo...
[…] Fondato nel 1702, quando l'alta Valcurone sopra la Selva era ancora un “feudo affrancato” dei principi Doria, il Corona è anche oggi piantato nel punto in cui il Curone accoglie le irrequiete acque del torrente Museglia e diventa così un quasi-fiume, scendendo poco convinto verso il Po. Le acque che vi confluiscono hanno un fascino particolare, che gli antichi sapevano apprezzare molto meglio di noi moderni. Dalle sue finestre il Corona ha visto costruire nell'ottocento il primo ponte ad archi sopra il Museglia, che puntava dritto il muso verso suo ingresso, poi il secondo ponte sul Museglia (reso necessario dall'aumento del traffico) e infine il primo ponte sul Curone.
[…] Ancora oggi il Corona rimane una specie di torre di guardia che permette di dominare le sue 1000 feritoie tutto il traffico umano e quello meccanico che continua a scorrergli davanti.